Inter campione, Mourinho è nella storia

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view post Posted on 23/5/2010, 14:19

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MADRID, 23 maggio - Insieme nella storia. L’Inter, che realizzando il triplete (Champions, scudetto e coppa Italia), affianca quanto fatto da Celtic, Ajax, Psv, Manchester United, Barcellona, e José Mourinho che ha raggiunto Ernst Happele Ottmar Hitzfeld, gli unici due allenatori capaci di conquistare la Champions con due squadre diverse. Si era presentato dicendo «Non sono un pirla» e se ne andrà da eroe, José, unico allenatore capace di arrivare là dove solo Helenio Herrera era arrivato. Ha pianto Mourinho, come capitan Zanetti e tanti altri all’Inter. Lo Speciale si è goduto la festa, non dimenticando di andare a stringere la mano a Van Gaal un minuto prima della fine. Poi, dopo aver abbracciato pure Moratti, si è concesso una passeggiata per il terreno del Bernabéu, sua prossima casa, portando a cavalcioni sulle spalle il figlio José junior.

MISSIONE COMPIUTA - Ieri sera José ha completato l’opera, chiuso un cerchio, completando la mission impossible per cui era stato chiamato due anni fa. Due anni in cui José ha conquistato altrettanti campionati, più una coppa Italia e la Supercoppa. Difficile, pardon, impossibile, chiedergli di più. «È tutto fantastico - ha detto José dopo aver vissuto, a differenza di quanto fatto nel 2004 col Porto, la festa fino all’ultimo minuto - la Champions era un sogno per tutti, sono super felice per la mia piccola contribuzione a questa gioia, al presidente Moratti, a questa nostra famiglia. Io oggi sono la persona più felice del mondo. Non ci sono parole, sono 48 anni, sono tanti anni senza starci neanche vicino: quest’anno tutto fantastico. Quattro gare con Barcellona, due con Chelsea, la finale in questo stadio. Io non ho paura di nessun allenatore ma se ne temo uno questo è Van Gaal perché prepara le gare come pochi. Poi hanno fatto la differenza le qualità dei giocatori, dalla parata di Julio Cesar, ai salvataggi di Samuel, e così via. Milito? Era venuto per giocare con Ibra, mancava un grandissimo attaccante per giocare con lui. Quando poi è arrivata l’opportunità di fare scambio con Eto’o ho dato il mio ok perché lui è fantastico, vuol vincere anche facendo il terzino. In una squadra così il merito di Milito che ha giocato sempre, ma anche di Toldo e Orlandoni che non hanno mai giocato: questa è una famiglia. L’ingresso di Materazzi non è un regalo, loro avevano messo Gomez e Klose, volevo lui di testa per finale. L’affetto di tutti mi fa sentire una grandissima tristezza, ma nella mia vita professionale devo essere il più freddo possibile, ma devo pensare a quello che mi darà più motivazioni, più serenità. Io sono entrato nella storia dell’Inter, la storia non sarà più così dopo oggi e non voglio dire altro sennò piango e se piango cambio opinione. Sì, possiamo dire che la percentuale di andare via è più alta del rimanere. Me ne vado perché sono stanco del calcio italiano, mi hanno sempre aggredito. Ma devo ammettere che mi ha anche aiutato a essere più bravo, e lo ringrazio».

FUTURO IN BLANCO - Già. Nonostante i cori dei 21.000 cuori nerazzurri in trasferta al Bernabéu lo abbiano toccato nel profondo, quella di Madrid sarà l’ultima partita in nerazzurro di Mourinho. Chiare le sue parole: «Ora voglio essere il primo allenatore a vincere la Champions con tre squadre diverse». In Spagna, sull’argomento, sono tutti concordi: toccherà allo Speciale riportare in alto il nome del Real («Vado a Madrid se decido di farlo: ma io sono uno diverso, ho sempre lasciato dopo aver vinto....»), annichilito dal superBarça entro i patri confini e sbattuto fuori con regolarità disarmante pure quest’anno dalla Champions. Florentino Perez gli darà chiavi in mano il progetto Real con tanto di contratto triennale a 10 milioni di euro a stagione. Da settimana Jorge Mendes lavora a un contratto che sarebbe pari soltanto a quello di Cristiano Ronaldo. Obiettivo numero uno dello Speciale, Maicon per cui (secondo Marca), sarebbe pronta un’offerta da 18 milioni. Della lista farebbero parte pure De Rossi (dichiarato incedibile dalla Roma), un laterale sinistro di spinta (piace Kolarov che però preferisce l’Inter) e un attaccante che però, vista la partita di ieri e soprattutto le indisponenti dichiarazioni del post partita potrebbe essere Milito. Toccherà a Moratti, fermare il golpe dei traditori.
 
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